Scritti di Ettore Guatelli: il suo museo, i suoi racconti (1948-2004)
a cura di Vittorio Ferorelli, Flavio Niccoli
Bologna, Istituto per i beni artistici culturali e naturali
della Regione Emilia-Romagna, 2005
"Inizialmente ho raccolto per riutilizzare. Ai contadini fa caso tutto. Dai rigattieri vedevo cose che potevano servire; prendevo ad ogni volta e senza misura: pinze, martelli, congegni. Speravo sempre che l'ultima fosse la migliore. Ma prendevo sempre anche quello che 'mi piaceva'.
Cose umili, ma anche ingegnosissime, poetiche nella loro umiltà, da amare. E da far venire il desiderio di capire, di sapere chi c'era e cosa c'era dietro queste cose, come e in quale circostanze
si usassero. Cose che stimolavano la fantasia, la creatività. E ho continuato anche quando ne ho avute tantissime, da far dire a qualcuno che avevo un museo".
Così rispondeva Ettore Guatelli a chi gli domandava come fosse nata la sua raccolta di vita quotidiana, che oggi conta quasi sessantamila oggetti.
Protagonisti di questa serie di racconti (in gran parte inediti) sono alcune di queste "presenze", forse quelle più care: i giocattoli poveri, la falce da fieno, il filo di ferro, i barattoli di
latta, l'otre di pelle, la corna da nebbia, la raganella.
Tra le righe, nell'epopea minuta delle cose e dei personaggi che hanno abitato le vite dei nostri padri e dei nostri nonni, si può leggere la storia di un'altra Italia e di un altro tempo.
A cinque anni dalla prima edizione (1999), il volume è stato ripubblicato in una nuova versione aggiornata e ampliata, realizzata con il contributo della Fondazione Museo Ettore Guatelli di Ozzano Taro
(Parma), che mantiene in vita il museo dopo la morte del suo autore.