Dal "Marc'Aurelio" a Luci del varietà (1939-1950)
a cura di
Massimiliano Filippini, Vittorio Ferorelli
Bologna, Istituto per i beni artistici culturali e naturali
della Regione Emilia-Romagna, 1999
Federico Fellini, si sa, non amava la retorica dei discorsi ufficiali. Chi non ricorda il beffardo commento sonoro che chiosava l’avvocato ciceroniano di Amarcord?
Fuor di retorica, dunque, questo volume nasce dall’incontro fortunato di tre istituzioni autonome, accomunate per l’occasione dallo stesso obiettivo: tenere viva la memoria del grande
artista riminese.
La Fondazione Fellini di Rimini e l’Università di Bologna, ideatrici e realizzatrici del convegno svoltosi il 29 e 30 ottobre 1998 nel capoluogo, l’Istituto regionale per i beni culturali,
patrocinatore e partner editoriale: ciascuno ha svolto il proprio compito e tutti sono stati d'accordo nell'evitare le celebrazioni di facciata, preferendo piuttosto l’attività di scavo e di
indagine critica.
E viene in mente la sequenza di Roma in cui le ruspe, durante gli scavi della metropolitana, scoprivano un’antica dimora latina, e la bellezza dei suoi affreschi scompariva in un attimo, come
consumata dall’aria “cattiva” del nostro tempo.
"Ci troviamo di fronte" – scrive Tullio Kezich – "a una materia in movimento, che consente scoperte sempre nuove, che riapre pagine affrettatamente ritenute chiuse e classificate.
E dunque andiamo avanti come da programma, seguendo l’arco evolutivo del nostro personaggio, dalla provincia alla capitale, dall’affermazione attraverso i giornali umoristici al varietà,
dall’amicizia con Fabrizi alla sceneggiatura cinematografica, dalla drammaturgia alla regia...".
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